I want you

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Scegliere è normale. Questo può tranquillamente essere un “non pensiero”, un “non concetto”, tanto è -almeno sulla carta- ovvio e scontato. Scelgo ciò che mi piace, scelgo ciò che mi fa stare bene, scelgo ciò che fa piacere a qualcun’altro. Oggi si sceglie tutto, fin da piccoli. Sì, oggi anche i nani di 4 anni si scelgono i vestiti da mettere mentre io venivo vestito come un Sinti. E poche storie che “…è tardi e dobbiamo andare!”…ma questa è un’altra storia ed erano pure gli anni ’80. Davvero un’altra storia.

Vabbè, ad ogni modo, una mattina, pensavo al perchè quando parto diretto verso l’ufficio, a seconda della giornata, a seconda di come mi sono svegliato, a seconda del tempo, a seconda di non so io cosa, mi capita di ascoltare una certa musica, piuttosto che un’altra. Su cosa, nella mia limitatezza tecnica e culturale (che mi permette comunque e sempre di guardare tutti gli altri dall’alto in basso), io consideri musica lo si può leggere in altri luoghi di questa specie di blog. Quindi, quando parlo di musica, mi riferisco sempre al mio ambito. Tuttavia, voler scorrere la playlist alla ricerca di qualcosa di specifico a seconda della luna con la quale mi sono svegliato, mi ha aperto gli occhi su un concetto, o meglio, su un quesito relativamente semplice: sono io che scelgo la musica o è lei, che da tempo immemore, ha scelto me? Non è così scontato. Io posso ascoltare una melodia e dire che mi piace oppure posso passare avanti. Però tendenzialmente, dovrei rimanere su certe corde, o meglio ancora, non dovrei disdegnare qualcosa che in certi momenti mi fa letteralmente impazzire.

Ed ecco qua il fulcro di questo pensiero: se io non sono costante, se io rifiuto qualcosa che poco dopo sono disposto a riabbracciare, che cosa significa? Cosa significa tutto questo? Mi piace pensare così: chi ti ama e chi si è sempre preso cura di te, ti sceglie sempre, anche quando tu gli volti le spalle. Io ti amo, Musica, e ti odio quando non mi dai quello che voglio. Ti odio così tanto che faccio il difficile con te, ma poi ti ri-amo perchè finora sei sempre stata l’unica e la vera ancora di salvezza. E poi non devo dannarmi a sceglierti, sei tu che mi scegli e mi prendi come vengo, come sto, incapace di reagire, debole e depresso, oppure capace di tutto (e allora sei la colonna sonora da Oscar!). E’ cosi. Ci sono cose che ti scelgono, non sei tu che scegli loro, anche se a volte, ti danno l’impressione di lasciartelo fare, perchè sanno che sei un borioso, spocchioso e arrongante ragazzo di provincia. E allora te lo lasciano fare.

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